“Non saprei: sono soltanto un germe!”
L’altro ieri i «ricordi» di Facebook mi hanno mostrato un vecchio post; una frase che ho letto chissà dove, e che ho riportato pari pari sul social: “I germi non infettano il corpo, a meno che esso non abbia bisogno del loro aiuto”.
Ho riletto i commenti e ho scosso la testa.
Immagino di averla scossa esattamente allo stesso modo tre anni fa, quando ho osservato per la prima volta le reazioni al mio post.
Il primo commento è stato: “Secondo quale teoria scientifica?”
Seguito da altri di analogo tenore.
Lo capisco.
Nel nostro mondo l’attitudine nei confronti delle infezioni è quella di combatterle – che sia con farmaci, coi rimedi naturali o con le macumbe della Strega Bacheca.
I germi sono nocivi; che stranezza è mai questa, di dire che vengono in nostro aiuto?
Così ci hanno sempre mostrato da piccoli, così abbiamo imparato, così fan tutti; è una cosa talmente scontata che mai ci verrebbe in mente di chiederci se è davvero bene osteggiare i batteri che fanno il loro mestiere di batteri.
No, non temere: non voglio parlare di microbi, giuro!
E nemmeno del fatto che buona parte della nostra “conoscenza” è fatta di nozioni che abbiamo accettato in maniera passiva – forse, chissà, in tempi in cui non avevamo ancora sviluppato quel minimo di spirito critico per mettere in discussione ciò che ci veniva imbeccato.
Col risultato che oggi non mettiamo in discussione ciò che siamo convinti di sapere…
Ehm… scusa, tendo sempre a divagare!
Volevo solo parlare del motivo per cui ho scosso la testa. Replay.
“I germi non infettano il corpo, a meno che esso non abbia bisogno del loro aiuto”.
A questa frase, una risposta del tipo: “Secondo quale teoria scientifica?” io la traduco così: “Credo che tu stia dicendo una gran cavolata, ma sono disposto a valutare la plausibilità della tua affermazione se la argomenti con prove credibili”.
Ecco: è proprio questa dialettica binaria a farmi scuotere la testa.
Questo avere a disposizione solo due etichette da appiccicare a un’affermazione: o «plausibile» o «stronzata».
Questa incapacità di andare oltre, di leggere tra le righe – di vedere tra le righe!
Davvero l’unico aspetto della questione degno di essere affrontato è quello meramente medico?
Non sarebbe più intrigante domandarsi – anche solo per gioco! – in che modo un enunciato così assurdo (…) possa avere un senso?
A quale livello di interpretazione si potrebbe celare una verità?
Non sarebbe interessante chiedersi che cosa ti risuona di queste parole? Se fanno riecheggiare qualcosa – anche qualcosa che apparentemente non c’entra nulla! – della tua storia personale?
Le menti a senso unico: quelle, mi fanno scuotere la testa.
E mi amareggia la totale assenza di curiosità – curiosità che ti spingerebbe a sospendere per un attimo il giudizio e ti farebbe provare a osservare il mondo da una prospettiva diversa dal tuo solito, ristretto e incancrenito punto di vista.
Un commento
Filomena
Vorrei ringraziarti per l’immensa professionalità con cui svolgi il tuo lavoro. Interpretate i tarocchi con professionalità e dedizione non è un ” mestiere” per tutti.
I tuoi consigli sono stati un contributo notevole alla mia crescita personale, ovviamente, in continua evoluzione.
Grazie davvero!